Cifrondi ad Alzano e dintorni

14 marzo - 21 settembre 2023
San Rocco - Louis Dorigny

L’esposizione è incentrata sulla presenza di Antonio Cifrondi nel territorio di Alzano e presenta dodici tele oltre agli affreschi della volta della Seconda Sagrestia della Basilica di San Martino. A partire da questo primo intervento di Cifrondi, allora circa trentacinquenne, la mostra cerca di riportare alla luce le tracce della sua presenza nel territorio di Alzano e dei suoi immediati dintorni. I contatti di Cifrondi con Alzano saranno frequenti lungo tutta la sua carriera fino alle soglie della partenza per Brescia.

Gli affreschi realizzati per la Seconda Sagrestia sono ovali e immagini dai contorni mistilinei incastonati tra gli stucchi; l’opera appartiene all’attività giovanile del pittore, infatti può essere datata ai primissimi anni Novanta. Questo lavoro, che permette a Cifrondi di entrare in contatto con le importanti maestranze operanti in quegli anni nel complesso di san Martino e in particolare di stringere amicizia con Fantoni e Caniana, segna il suo esordio in terra alzanese.
Nelle adiacenti Prima e Terza Sagrestia sono esposte una serie di tele (molte delle quali risultano non essere mai state visibili al pubblico) provenienti da altre chiese del territorio.
Nella Prima Sagrestia sono presenti opere inerenti alla formazione di Cifrondi e comunque appartenenti al primo periodo dell’attività dell’artista. In particolare, aprono la sezione un’Annunciazione di Andrea Celesti proveniente dalla chiesa di San Lorenzo di Alzano Sopra e il Passaggio del Mar Rosso, rilettura da parte di Cifrondi del grande dipinto di Luca Giordano per Santa Maria Maggiore a Bergamo, che permettono di sottolineare le influenze dell’artista veneziano e di quello napoletano sull’opera del pittore bergamasco.

Sono presenti anche l’Ultima Cena, proveniente dalla Sagrestia della Chiesa di San Giorgio a Nese, uno dei pochi esempi di studio preparatorio di Cifrondi pervenutici, e la Madonna con il Bambino in gloria e i santi Giovanni Battista, Stefano, Lorenzo e Sebastiano del Santuario della Beata Vergine del Buon Consiglio di Villa di Serio, interessante dipinto dalla chiara tipologia devozionale.
Nella Prima Sagrestia vengono proposte due tele, oggetto di recente restauro, svolto grazie al contributo della Fondazione Creberg. Queste tele provengono dalla piccola Chiesa della Trasfigurazione di Nostro Signore di Brumano e raffigurano Tobia e l’angelo e il Transito di Giuseppe. La loro datazione è da collocare nella fase matura dell’attività dell’artista. Notevoli le fattezze dei volti e il vivace naturalismo del pesce raffigurato nella tela con Tobiolo.
Sempre al primo quarto del Settecento appartiene un Angelo custode, conservato presso il Museo d’Arte Sacra San Martino, che presenta nella sua pienezza la fluidità “compendiaria” della maturità del Cifrondi, realizzato per la Chiesa dei Santi Carlo e Angelo Custode, edificio distrutto ai primi dell’Ottocento.
Dal Monastero della Visitazione arrivano tre grandi teleri (Pietà con Santa Maria Maddalena e angeli, Giosuè ferma il sole, L’Angelo di Dio ferma Sennacherib alle porte di Gerusalemme). I dipinti provengono dal coro delle monache di clausura retrostante la Chiesa della Visitazione e sono per questo rimasti fino ad ora invisibili al pubblico.
Le tele, che ben rappresentano le modalità con cui Cifrondi affronta le sfide compositive in opere di vasto respiro, vennero in realtà anch’essi realizzati per la precedente Chiesa dei Santi Carlo e Angelo Custode per poi, dopo la distruzione di questa, essere posizionati nella loro nuova collocazione presso il Monastero delle Salesiane di Alzano. Appartengono all’ultima fase bergamasca dell’opera dell’artista, probabilmente poco prima del suo passaggio a Brescia.
Nella sala è esposto anche un interessante dipinto proveniente da collezione privata presentante lo stesso soggetto di uno dei teleri, Giosuè ferma il sole, anch’esso oggetto di recente restauro e assai interessante nel confronto col telero della Visitazione per gli studi di luce e la “moderna” essenzialità con cui sono realizzate le figure.
Sempre da collezione privata proviene infine, a completare la mostra, un pannello del fregio della Villa Zanchi a Scanzo Rosciate, raffigurante una Scena di caccia; interessante richiamo all’attività laica di Cifrondi che ben si inserisce nel contesto del Salone d’onore del Palazzo tardo seicentesco.

a cura di Riccardo Panigada (Conservatore del Museo d’Arte Sacra San Martino)